28 dicembre 2019

La fine dell'anno



Ecco che stiamo per terminare anche questo 2019, è passato un altro anno e c'è poco da scherzare oramai vista la velocità con cui questo accade.
Un anno relativamente tranquillo, senza grandi scossoni, le preoccupazioni del profondo, quelle, sono sempre le stesse, varia solo la capacità di gestirle, di addomesticarle, di fare in modo che non rendano troppo grave l'esistenza. Sono preoccupazioni che non dipendono da me, se non per il fatto che la mia empatia a volte ha del patologico.
Ho perso due amici quest'anno, è stato molto brutto.
Per fortuna ho un  marito che mi è sempre vicino, un figlio molto perfettibile, il mio adorato cane, le amiche, il giardino.
 E tante letture e tanta lana. Ed ultimamente mi è scoppiata la malattia del ricamo che mi stuzzica molto.
Che dire, speriamo nel 2020, non posso fare altro, io ce la metto tutta poi...
Ma io vi dovevo parlare del mio Bouquet, il lavoro di quest'estate, l'ultimo direi, perché poi mi sono dedicata a calzini e ad un maglione per mio marito,   aspetta solo di essere cucito e per un niente non sono riuscita a metterlo sotto l'albero.
Il Bouquet è un lavoro divertente e meno difficile del Papa, occorre comunque fare attenzione con la tensione dei fili sul retro perché queste giapponesi non si curano dei fili lunghissimi da portare in giro! Molto interessante e d'effetto la scelta di fare passare il filo davanti a creare una texture  particolare ed insolita, bello anche il fatto che il disegno dei fiori cambia sul davanti rispetto al dietro.

E adoro l'uccellino in basso. Quindi proprio bello? Il disegno si, ma io mi aspettavo un capo più ampio, un po' come quello indossato dalla designer, non ho tenuto conto che lei è piccola e minuta e quindi per forza l'effetto finale è un po' diverso. altra nota da tener presente, gli aumenti fatti a metà della schiena creano un po' come una gobba di ampiezza che può anche non piacere a tutte.
Direi che vi ho annoiato abbastanza, il prossimo post sarà nell'anno che verrà, e magari vi faccio vedere un Cast On che mi tenta parecchio!
Auguri a tutti e a tutte, che ci sia bellezza e gioia ed entusiasmo.

15 ottobre 2019

Cardo di montagna

Ho l'onore di fare parte di un piccolo gruppo Fb in cui si lavorano i calzini finlandesi.
I calzini finlandesi sono molto caldi, sagomati e lunghi al ginocchio, spesso caratterizzati da una parte elastica alla caviglia. Sono pieni di disegni e di colori, oppure hanno laboriose lavorazioni lace.
Che dire? Sono bellissimi!
E generalmente i loro pattern sono in finlandese, pochi, veramente pochi in inglese.
Credete, il finlandese è difficilissimo anche per Google traduttore che fornisce delle interpretazioni dei testi veramente esilaranti.
C'è una bella notizia però, ora, per chi volesse cimentarsi: Giovanna Magni, una del mitico gruppo ha creato il bellissimo modello che vedete qua sopra e lo ha messo su Ravelry, free.
Generosissima!!

È un ottimo pattern per iniziare perché le spiegazioni sono perfette, la taglia è giusta, i disegni non troppo complicati e di grandissimo effetto.
Quella che segue è l'immagine dei calzini sul diritto sul rovescio:

Come si può vedere i passaggi di filo sono brevi, quindi... nessun problema di tensione.
Provare per credere, fatevi trovare pronte quest'inverno!!

21 settembre 2019

Primo giorno d'autunno

Oh la-là... finalmente l'autunno. L'estate ha fatto di me una donnetta sudata ed irascibile, spesso troppo chiusa in casa per il troppo caldo, quasi una donna in attesa. In attesa che la mia stagione spreferita se ne andasse.
Vabbè, esagero un pochetto!
E comunque rieccomi qua, tornata in me grazie a magnifiche temperature più umane, a serate fresche da golfino (che io ne ho tanti di golfini), a notti accese da una luna splendente in cui non ci si sveglia più sudate ed appiccicaticce.
È stata comunque un'estate in cui sono riuscita a camminare tanto, a leggere libri emozionanti, a vedere posti nuovi e bellissimi, a sferruzzare un po'.
Calzini:
Summer sky socks

Elmina`s summer socks



Scialle completato:
Sapeste quante nappine... Luna Shawl
Progetto da montagna:



L'avete riconosciuto? È il Bouquet della signora Okamoto, una delle mie designer cult. Ve ne parlo nel prossimo post, vi spiego perché è da fare, ma anche perché forse non lo è.
Alla prossima!

         

17 maggio 2019

Autodidatta #1

Vorrei ricamare e non solo il punto croce. Come la pittura, il ricamo mi trasmette una grande serenità, mi sembra una cosa delicata e gentile, d'altri tempi.
Un'attività lenta, lentissima a volte, che permette di immergersi nei propri pensieri, di andare dietro a ricordi e fantasie, di giocare con i colori e le sfumature e perché no, di creare qualcosa di personale ed affine alla propria natura.
Grazia Deledda diceva che alle donne, sin da bambine, si faceva ricamare il proprio corredo per insegnar loro a tenere gli occhi bassi, ma per fortuna oggi non è più così e migliaia di giovani donne in tutto il mondo creano lavori fantastici con brio ed allegria utilizzando la rete ed i social per promuovere la loro attività.
E quindi... ho iniziato a studiare, su Instagram,  su Pinterest, su You Tube, immagini e video di ricami antichi, ma soprattutto moderni e mi sono immersa in magnifici tutorial in tutte le lingue, coreano compreso! (così musicale tra l'altro!)
Ora so i nomi dei vari punti fondamentalmente in francese ed inglese e a parte il punto erba ed il punto pieno, in italiano non li so dire!
Poi, dopo avere molto, molto studiato, ho preso una dei miei asciugapiatti da punto croce e l'ho fatto salire al rango di imparaticcio. Ho trasferito così così un disegno semplice e, preso il coraggio a due mani, mi sono buttata!
Primo step, contorni e ripieno della cifra a punto erba:
 non pessimissimo, ma con grandi margini di miglioramento, specialmente sulla regolarità del punto.
Secondo step, foglioline a punto herringbone:
ehm.... divertente, ma forse non il punto più adatto per queste foglioline così piccine.
Terzo step, le ortensie a punto french knot (nodini?) :
Questo mi viene benissimo!!! Il mio attuale punto preferito, devo solo migliorare le sfumature dei colori, questa notte studierò un po.
 E voilà, quasi finito, non malaccio, in fondo è solo un asciugapiatti:
Ci sono ancora due spazietti da ricamare di fianco all'ovale principale, mi cimenterò con le roselline, punto vapore in italiano!
Sono graditissimi consigli e suggerimenti, critiche e correzioni, devo imparare benissimo, ho un sacco di progetti in testa!

23 aprile 2019

Patria

Patria di Fernando Aramburu.
Appena ultimato. Una lettura che da subito mi ha preso e coinvolto nella storia di due famiglie basche amiche da una vita e separate dalla morte di uno dei padri di famiglia, ucciso forse per mano di uno dei figli dell'altra. Una vicenda che ci riporta negli anni delle bombe e degli assassinii dell'ETA, in un paesino vicino a San Sebàstian in cui si parla ancora la lingua Euskara per distinguersi chiaramente dagli spagnoli oppressori.
Devo dire che Aramburu non fa esattamente un buon servizio all'ETA, in questo romanzo i suoi membri sono descritti come ragazzi ignoranti e un po' disadattati che compiono attentati ed omicidi quasi a caso, colpendo nel mucchio,   trovando in questo una giustificazione alla loro esistenza.
Probabilmente non erano tutti così, ma va detto che da sempre i gruppi terroristici reclutano adepti dalla personalità fragile per poterli meglio imbonire e controllare, e buttare allo sbaraglio.
In ogni caso, l'omicidio del Txato,  cambia per sempre la vita delle due famiglie precipitate  nella sofferenza, nei ricordi di un'esistenza che di colpo appartiene al passato.
Ed ognuno continua come può, e lo scrittore è bravo nel calarsi in ogni personaggio, nei vari diversi tentativi di non farsi annientare.
Il romanzo è infarcito di vocaboli baschi, un glossario indispensabile è posto alla fine del libro, la lingua basca è difficile e piena di x, ma dopo un po' naturalmente non ce n'è più bisogno.

31 marzo 2019

Dell'Amelanchier Canadensis e del suo perché

L'Amelanchier Canadensis è un delizioso alberello che dovrebbe trovare spazio in ogni giardino, anche in uno piccolo.
Perché? Perché è delizioso, un alberello dalle forme aggraziate e di grande generosità.

Ecco, questo è il suo fiore, ne produce una moltitudine appena avverte un sentore di primavera, è un fiore leggero, profumato, che resta sull'albero fino a quando iniziano a spuntare le foglie, inizialmente  rossicce che assumono con l'avanzare della stagione un bellissimo colore verde pastello.
E non è finita qua! Ai fiori, alle foglie seguono i frutti, piccoli, tondi, buonissimi! Da noi non si usano tanto, ma in Canada invece se ne fanno dolci, marmellate, si usano in macedonia, si mangiano la mattina a colazione nello yogourt.
Sono ricchi di rame e di ferro, piacciono molto anche agli uccelli ed al mio cane che ha imparato da me a mangiarli direttamente dalla pianta. Oramai è una convenzione a lui i rami bassi, a me quelli più alti.
Arriva poi l'autunno e naturalmente il nostro alberello non si tira indietro, anzi, le prime notti fredde lo colorano di uno splendido arancio.
È stata proprio un avella scoperta per me, forse ne pianterò un altro, al fondo del giardino.
Quando l'ho portato a casa era solo un esile ramo spoglio, mai mi sarei immaginata una così bella riuscita.
Beh, spero di avervi dato un'idea per i prossimi acquisti quando visiterete una delle tante bellissime mostre mercato che stanno per iniziare, ora vi lascio con un'ultima immagine dell'alberello fotografato questa mattina!



26 marzo 2019

La coperta della Bonnie

Da tanto tempo desideravo fare una coperta di quelle che gli americani chiamano Log Cabin non so perché visto che purtroppo il mio inglese non è abbastanza buono per capirne il senso reale. Log Cabin significa  casa costruita con i tronchi, tipo quella alla David Crockett per intenderci e quindi forse è perché questo tipo di coperta è fatta incastrando e lavorando i vari pezzi in modo che uno aderisca all'altro come una casa di tronchi. Mah..



Se vi venisse voglia di cimentarvi....
Se invece preferire iniziare con una coperta questa di Bonnie Sennott è molto carina e facilissima da fare, senza una sola cucitura.
È il classico lavoro da televisione e da inverno, la si lavora e si sta al calduccio!
Bonnie Sennott è una simpatica signora del Massachusset, creatrice di modelli di maglia, ma anche e soprattutto secondo me, bravissima ricamatrice astratta, i suoi pannelli ricamati mi affascinano moltissimo, riproducono textures simili a quelle che si trovano in natura e sono veramente molto evocativi.
Provate a dare un'occhiata ai suoi lavori se vi va.
Ad ogni buon conto il modello che ho scelto si chiama Next in Line e mi è piaciuto molto sferruzzarlo.
Per la sua realizzazione ho scelto la Lima della Drops, un misto di lana ed alpaca che rende tantissimo e conferisce al lavoro la  consistenza della lana unita alla morbidezza dell'alpaca. E che costa molto meno della Cascade consigliata da Bonnie!
Viene bella grande, ma la si può realizzare nella misura che si preferisce, non ci sono problemi con questo tipo di lavoro.
Provare per credere!

11 marzo 2019

Frittelle di zucchine

Le frittelle di zucchine si preparano in un attimo con pochi, semplici ingredienti e normalmente piacciono a tutti.
L'unica cosa che richiede un po' di tempo è il riposo delle zucchine grattugiate fino a che non perdano la loro acqua, ma basta una mezz'oretta.
Ecco gli ingredienti, ma ricordate che è una di quelle ricettive che vanno molto ad occhio perché si sa, le zucchine non sono tutte uguali!

Per quattro persone:
quattro zucchine chiare medie
due uova
80 g di farina
erba cipollina tagliata fine (o cipollato tritato)
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 pizzico di lievito
olio per la padella
sale q.b.

Come prima cosa di grattugiano le zucchine mondate
 e le si mettono a scolare in un colino con un pizzico di sale perché facciano l'acqua.
Trascorsa una mezz'oretta si strizzano accuratamente come si vede nella foto e poi in una ciotola si mischiano tutti gli ingredienti aggiungendo il lievito alla fine.
A questo punto non resta che friggere le frittelle in poco olio ed in una padella antiaderente, si prende il composto con un cucchiaio non tanto grande e si formano dei mucchietti che vanno poi leggermente schiacciate.
Si cuociono rigirandole con cura fino a che non sono belle dorate.
Si possono preparare anche un po' prima, poi si tengono in caldo nel forno.
Buon appetito!

22 febbraio 2019

Birkin d'estate

Cucù!! Ho fotografato l'amato Birkin!
 L'ho sferruzzato ad agosto sul balcone in montagna, quasi al fresco, molto sferruzzato direi, ho fatto inizialmente una Small, ma poi non ci stavo dentro con le spalle e quindi l'ho disfatto optando per una più ragionevole  Medium. Non vi dico la noia a dover rifare la parte a quattro colori, dovessi ripetere il tentativo seguirò l'esempio di chi ha fatto il motivo a fiori e foglie utilizzando un bel gomitolo di Crazy Zauberball così il gioco di colori è belle che fatto senza tanti problemi.
Dovrebbe essere il primo dei maglioni con lo sprone lavorato che ho in programma, ma sto andando un po' a rilento, altri lavori si sono messi in mezzo, scialli, calzini, coperte, tantissimi libri da leggere...
Anche solo parlando della signora Caitlin Hunter, avete dato un'occhiata alla sua ultima produzione? C'è da perdere la testa ed il portafoglio, modelli uno più bello dell'altro.
Il prossimo che farò sarà Nordiska perché ho il filato adatto nello stash, ma poi dovrò sicuramente soccombere a Sturgill ed al nuovissimo Koivua, impossibile resistere, almeno per me!

5 febbraio 2019

Giardino d'inverno

Qualche giorno fa è arrivata la neve, piano piano inizialmente, all'imbrunire.
La nevicata è proseguita per tutta la notte, le automobili non sono più passate davanti a casa, il silenzio è cambiato.
La mattina il giardino era scintillante.

Come fare a non amarlo.
La neve, l'andare verso la fine dell'inverno fanno rinascere in me il desiderio di occuparmene, di seminare, di programmare nuove incursioni al vivaio. Alle fine dell'estate devo dire che ci arrivo sempre un po' esausta e disamorata, il clima oramai è cambiato ed il caldo che abbiamo avuto queste ultime estati mette in ginocchio i giardini a meno di non bagnarli continuamente, il periodo in cui lo abbandono per andare in vacanza non aiuta.
Adesso però sto aspettando la primavera quando tutto sarà bellissimo e questa neve che torna ad ornare il viale, i rami, il prato fa riapparire tutto carico di promesse.
Mi tornano in mente i profumi ed i giochi di luce delle mattina assolate, il cinguettio degli uccelli ed i loro voli instancabili tra i rami dei pruni e non vedo l'ora di poter scoprire i germogli dei primi narcisi spuntare verdissimi appena la neve si scioglierà.
Nel frattempo, fantastico di vivere (come tanto mi piacerebbe) in un posto molto più a Nord e molto più freddo ed affascinante e mi cimento con il gioco di ferri ed un paio di muffole!
Buon pomeriggio a tutti!

11 gennaio 2019

La sfida del calzino finnico!!

Oramai è chiaro che in questo periodo nel knitting la tinta unita mi annoia un po'. Preferisco di gran lunga intrecciare i colori e magari provare anche a farlo con un po' di perizia.  Da tempo quindi, mi perdevo dietro le immagini postate su una pagina Facebook dove le nostre colleghe nordiche pubblicano i loro capolavori accanendomi a cercare i patterns di questi calzini colorati, salvo poi trovarli tutti in finlandese... Avete mai letto due righe di finlandese? È fantastico, una disperazione.
Poi, a novembre, il miracolo, entro in contatto con una  finlandese, knitter instancabile e velocissima che mi accenna ad un gruppo chiuso su FB in cui delle intrepide italiane partecipano ai KAL di calzini finlandesi.
È la svolta:

ecco il mio primo paio!!
Da questo lavoro ho capito che dovevo scegliere meglio i colori e dovevo fare la taglia più grande... vedete che tirano un po'?
Non c'è stato tempo per recriminare però, subito dopo è partito il KAL natalizio di un'altra designer finnica, tale Niina Laitinen ed eccomi quindi di nuovo alla riscossa con l'ordine per la lana ( a Torino si trovano solo filati da calze multicolor) e l'avvio sui circolari:
Come vedete i colori mi sembrano andare meglio.
Mi sono divertita molto, ho scelto come filato la Nord di Drops, i primi li avevo realizzati con la Faber Unicolor sempre della Drops, ma la Nord ha anche un pochino di alpaca che dà un effetto più morbido e leggermente pelosetto. Peccato che i colori siano pochi.
Eccoli qua indossati, mii piacciono molto e mi pavoneggio usandoli con i jeans e gli zoccoli, faccio un figurone qua tra i campi!
Alla fine, come spesso accade, sono più semplici di quanto pensassi ed anche la tensione dei fili è semplice da gestire considerando che i passaggi sono molto brevi.

Ed adesso? Adesso aspetto il 26 gennaio con il KAL di San Valentino che in Finlandia è il santo dell'amicizia ed in quel giorno è proprio l'amicizia che si festeggia scambiandosi doni e affetto.
Magari nel frattempo mi cimento in un paio di muffole...