24 novembre 2010

C'era una volta...

un tempo in cui avere un lavoro a maglia bastava ed avanzava, ed ero saggia e morigerata e prima di iniziarne uno, bisognava finire l'altro. Al massimo si poteva fantasticare un po', pensare magari ad un colore, vagheggiare intorno alla leggerezza di un filato, guardare con attenzione le vetrine o lasciarsi  suggestionare da qualche golfino intravisto in un film rigorosamente americano o inglese.
A quei tempi le Emmefassio, le Micicute, le Amelie,le Fragole erano perfette sconosciute. E le Isolde? Al massimo delle eroine nibelunghe. E che diamine!
E finito un lavoro, se ne iniziava un altro. Ed il cesto dei gomitoli era solo uno e solo in un posto.
Ed invece niente! Tutto finito! Eccomi qua in preda alla sindrome delle Laniste quasi Anonime, con quattro lavori in corso d'opera, un angolo del salotto oramai nascosto dalla lana, ferri a due punte, circolari, a una punta, contagiri, marca punti...una vera bellezza, mi diverto da matti!
Grazie a tutte.

4 commenti:

  1. Benvenuta nel super mega fantastico club:):):)
    ps...ormai ho perso il conto dei lavori in corso o della lana che rotola giù da uno scaffale mentre cerco una maglia, ma non sono mai stata così felice:):):)

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  2. Conosco la sindrome, e concordo: troppo divertente!

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  3. sono affetta da tempo da questa "sindrome". Il guaio è che poi passa del tempo, un lavoro sta lì, invecchia incompiuto. Quando poi lo riprendo, non ricordo più come andava fatto e lo disfo tutto, per poi ricominciare. E il cesto della lana si è moltiplicato. Ne ho uno per camera oramai!

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