23 aprile 2019

Patria

Patria di Fernando Aramburu.
Appena ultimato. Una lettura che da subito mi ha preso e coinvolto nella storia di due famiglie basche amiche da una vita e separate dalla morte di uno dei padri di famiglia, ucciso forse per mano di uno dei figli dell'altra. Una vicenda che ci riporta negli anni delle bombe e degli assassinii dell'ETA, in un paesino vicino a San Sebàstian in cui si parla ancora la lingua Euskara per distinguersi chiaramente dagli spagnoli oppressori.
Devo dire che Aramburu non fa esattamente un buon servizio all'ETA, in questo romanzo i suoi membri sono descritti come ragazzi ignoranti e un po' disadattati che compiono attentati ed omicidi quasi a caso, colpendo nel mucchio,   trovando in questo una giustificazione alla loro esistenza.
Probabilmente non erano tutti così, ma va detto che da sempre i gruppi terroristici reclutano adepti dalla personalità fragile per poterli meglio imbonire e controllare, e buttare allo sbaraglio.
In ogni caso, l'omicidio del Txato,  cambia per sempre la vita delle due famiglie precipitate  nella sofferenza, nei ricordi di un'esistenza che di colpo appartiene al passato.
Ed ognuno continua come può, e lo scrittore è bravo nel calarsi in ogni personaggio, nei vari diversi tentativi di non farsi annientare.
Il romanzo è infarcito di vocaboli baschi, un glossario indispensabile è posto alla fine del libro, la lingua basca è difficile e piena di x, ma dopo un po' naturalmente non ce n'è più bisogno.

31 marzo 2019

Dell'Amelanchier Canadensis e del suo perché

L'Amelanchier Canadensis è un delizioso alberello che dovrebbe trovare spazio in ogni giardino, anche in uno piccolo.
Perché? Perché è delizioso, un alberello dalle forme aggraziate e di grande generosità.

Ecco, questo è il suo fiore, ne produce una moltitudine appena avverte un sentore di primavera, è un fiore leggero, profumato, che resta sull'albero fino a quando iniziano a spuntare le foglie, inizialmente  rossicce che assumono con l'avanzare della stagione un bellissimo colore verde pastello.
E non è finita qua! Ai fiori, alle foglie seguono i frutti, piccoli, tondi, buonissimi! Da noi non si usano tanto, ma in Canada invece se ne fanno dolci, marmellate, si usano in macedonia, si mangiano la mattina a colazione nello yogourt.
Sono ricchi di rame e di ferro, piacciono molto anche agli uccelli ed al mio cane che ha imparato da me a mangiarli direttamente dalla pianta. Oramai è una convenzione a lui i rami bassi, a me quelli più alti.
Arriva poi l'autunno e naturalmente il nostro alberello non si tira indietro, anzi, le prime notti fredde lo colorano di uno splendido arancio.
È stata proprio un avella scoperta per me, forse ne pianterò un altro, al fondo del giardino.
Quando l'ho portato a casa era solo un esile ramo spoglio, mai mi sarei immaginata una così bella riuscita.
Beh, spero di avervi dato un'idea per i prossimi acquisti quando visiterete una delle tante bellissime mostre mercato che stanno per iniziare, ora vi lascio con un'ultima immagine dell'alberello fotografato questa mattina!



26 marzo 2019

La coperta della Bonnie

Da tanto tempo desideravo fare una coperta di quelle che gli americani chiamano Log Cabin non so perché visto che purtroppo il mio inglese non è abbastanza buono per capirne il senso reale. Log Cabin significa  casa costruita con i tronchi, tipo quella alla David Crockett per intenderci e quindi forse è perché questo tipo di coperta è fatta incastrando e lavorando i vari pezzi in modo che uno aderisca all'altro come una casa di tronchi. Mah..



Se vi venisse voglia di cimentarvi....
Se invece preferire iniziare con una coperta questa di Bonnie Sennott è molto carina e facilissima da fare, senza una sola cucitura.
È il classico lavoro da televisione e da inverno, la si lavora e si sta al calduccio!
Bonnie Sennott è una simpatica signora del Massachusset, creatrice di modelli di maglia, ma anche e soprattutto secondo me, bravissima ricamatrice astratta, i suoi pannelli ricamati mi affascinano moltissimo, riproducono textures simili a quelle che si trovano in natura e sono veramente molto evocativi.
Provate a dare un'occhiata ai suoi lavori se vi va.
Ad ogni buon conto il modello che ho scelto si chiama Next in Line e mi è piaciuto molto sferruzzarlo.
Per la sua realizzazione ho scelto la Lima della Drops, un misto di lana ed alpaca che rende tantissimo e conferisce al lavoro la  consistenza della lana unita alla morbidezza dell'alpaca. E che costa molto meno della Cascade consigliata da Bonnie!
Viene bella grande, ma la si può realizzare nella misura che si preferisce, non ci sono problemi con questo tipo di lavoro.
Provare per credere!

11 marzo 2019

Frittelle di zucchine

Le frittelle di zucchine si preparano in un attimo con pochi, semplici ingredienti e normalmente piacciono a tutti.
L'unica cosa che richiede un po' di tempo è il riposo delle zucchine grattugiate fino a che non perdano la loro acqua, ma basta una mezz'oretta.
Ecco gli ingredienti, ma ricordate che è una di quelle ricettive che vanno molto ad occhio perché si sa, le zucchine non sono tutte uguali!

Per quattro persone:
quattro zucchine chiare medie
due uova
80 g di farina
erba cipollina tagliata fine (o cipollato tritato)
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 pizzico di lievito
olio per la padella
sale q.b.

Come prima cosa di grattugiano le zucchine mondate
 e le si mettono a scolare in un colino con un pizzico di sale perché facciano l'acqua.
Trascorsa una mezz'oretta si strizzano accuratamente come si vede nella foto e poi in una ciotola si mischiano tutti gli ingredienti aggiungendo il lievito alla fine.
A questo punto non resta che friggere le frittelle in poco olio ed in una padella antiaderente, si prende il composto con un cucchiaio non tanto grande e si formano dei mucchietti che vanno poi leggermente schiacciate.
Si cuociono rigirandole con cura fino a che non sono belle dorate.
Si possono preparare anche un po' prima, poi si tengono in caldo nel forno.
Buon appetito!

22 febbraio 2019

Birkin d'estate

Cucù!! Ho fotografato l'amato Birkin!
 L'ho sferruzzato ad agosto sul balcone in montagna, quasi al fresco, molto sferruzzato direi, ho fatto inizialmente una Small, ma poi non ci stavo dentro con le spalle e quindi l'ho disfatto optando per una più ragionevole  Medium. Non vi dico la noia a dover rifare la parte a quattro colori, dovessi ripetere il tentativo seguirò l'esempio di chi ha fatto il motivo a fiori e foglie utilizzando un bel gomitolo di Crazy Zauberball così il gioco di colori è belle che fatto senza tanti problemi.
Dovrebbe essere il primo dei maglioni con lo sprone lavorato che ho in programma, ma sto andando un po' a rilento, altri lavori si sono messi in mezzo, scialli, calzini, coperte, tantissimi libri da leggere...
Anche solo parlando della signora Caitlin Hunter, avete dato un'occhiata alla sua ultima produzione? C'è da perdere la testa ed il portafoglio, modelli uno più bello dell'altro.
Il prossimo che farò sarà Nordiska perché ho il filato adatto nello stash, ma poi dovrò sicuramente soccombere a Sturgill ed al nuovissimo Koivua, impossibile resistere, almeno per me!

5 febbraio 2019

Giardino d'inverno

Qualche giorno fa è arrivata la neve, piano piano inizialmente, all'imbrunire.
La nevicata è proseguita per tutta la notte, le automobili non sono più passate davanti a casa, il silenzio è cambiato.
La mattina il giardino era scintillante.

Come fare a non amarlo.
La neve, l'andare verso la fine dell'inverno fanno rinascere in me il desiderio di occuparmene, di seminare, di programmare nuove incursioni al vivaio. Alle fine dell'estate devo dire che ci arrivo sempre un po' esausta e disamorata, il clima oramai è cambiato ed il caldo che abbiamo avuto queste ultime estati mette in ginocchio i giardini a meno di non bagnarli continuamente, il periodo in cui lo abbandono per andare in vacanza non aiuta.
Adesso però sto aspettando la primavera quando tutto sarà bellissimo e questa neve che torna ad ornare il viale, i rami, il prato fa riapparire tutto carico di promesse.
Mi tornano in mente i profumi ed i giochi di luce delle mattina assolate, il cinguettio degli uccelli ed i loro voli instancabili tra i rami dei pruni e non vedo l'ora di poter scoprire i germogli dei primi narcisi spuntare verdissimi appena la neve si scioglierà.
Nel frattempo, fantastico di vivere (come tanto mi piacerebbe) in un posto molto più a Nord e molto più freddo ed affascinante e mi cimento con il gioco di ferri ed un paio di muffole!
Buon pomeriggio a tutti!

11 gennaio 2019

La sfida del calzino finnico!!

Oramai è chiaro che in questo periodo nel knitting la tinta unita mi annoia un po'. Preferisco di gran lunga intrecciare i colori e magari provare anche a farlo con un po' di perizia.  Da tempo quindi, mi perdevo dietro le immagini postate su una pagina Facebook dove le nostre colleghe nordiche pubblicano i loro capolavori accanendomi a cercare i patterns di questi calzini colorati, salvo poi trovarli tutti in finlandese... Avete mai letto due righe di finlandese? È fantastico, una disperazione.
Poi, a novembre, il miracolo, entro in contatto con una  finlandese, knitter instancabile e velocissima che mi accenna ad un gruppo chiuso su FB in cui delle intrepide italiane partecipano ai KAL di calzini finlandesi.
È la svolta:

ecco il mio primo paio!!
Da questo lavoro ho capito che dovevo scegliere meglio i colori e dovevo fare la taglia più grande... vedete che tirano un po'?
Non c'è stato tempo per recriminare però, subito dopo è partito il KAL natalizio di un'altra designer finnica, tale Niina Laitinen ed eccomi quindi di nuovo alla riscossa con l'ordine per la lana ( a Torino si trovano solo filati da calze multicolor) e l'avvio sui circolari:
Come vedete i colori mi sembrano andare meglio.
Mi sono divertita molto, ho scelto come filato la Nord di Drops, i primi li avevo realizzati con la Faber Unicolor sempre della Drops, ma la Nord ha anche un pochino di alpaca che dà un effetto più morbido e leggermente pelosetto. Peccato che i colori siano pochi.
Eccoli qua indossati, mii piacciono molto e mi pavoneggio usandoli con i jeans e gli zoccoli, faccio un figurone qua tra i campi!
Alla fine, come spesso accade, sono più semplici di quanto pensassi ed anche la tensione dei fili è semplice da gestire considerando che i passaggi sono molto brevi.

Ed adesso? Adesso aspetto il 26 gennaio con il KAL di San Valentino che in Finlandia è il santo dell'amicizia ed in quel giorno è proprio l'amicizia che si festeggia scambiandosi doni e affetto.
Magari nel frattempo mi cimento in un paio di muffole...


















27 dicembre 2018

Scarabocchi

Quando un bel po' di tempo fa la signorina Okamoto ha pubblicato questo pattern me ne sono immediatamente innamorata perché mi è sembrato veramente originale e diverso da tutto il resto.
Mi ha fatto pensare agli scarabocchi dei bambini sui muri, quelli fatti con il pennarello rosso.
Un pattern buffo e divertente: acquistato all'istante!
 Ho aspettato poi di avere la giusta ispirazione per la scelta del colore ed ecco che, durante una passeggiata nel bosco con il mio topo grigio l'ispirazione è arrivata:

Fondo ruggine, disegno grigio antracite, deciso.
Una decisione confesso agevolata dal fatto che molti gomitoli di una lana bretone rustica e particolare  giacevano da tempo nel mio armadio stretti stretti ad un'ultima matassa di Loft BT . Perfetto ed economico, non vi sembra?
È stato un lavoro divertente, ma anche impegnativo, occorre trascinarsi dietro il filo per degli spazi enormi ed occorre fare molta attenzione alla tensione. Senza contare che i punti sui ferri sono milioni...
Passato il disegno, il resto diventa un lavoro da televisione la sera e punto dopo punto si arriva felici alla meta.
Ecco, non rimane che indossarlo per rischiarare queste giornate invernali con questo colore sfacciato.
Dimenticavo, questo post è dedicato alla mia amica Stefania in London che mi incita sempre e mi sgrida perché trascuro questo povero blog. Prima o poi un tè insieme ce lo beviamo Stefania!


23 agosto 2018

Tatin d’estate e knit di montagna

La Tarte Tatin lo sappiamo tutti nasce con le mele. Poi sta alla nostra voglia ed alla nostra fantasia modificarla, farla diventare salata o semplicemente proporla seguendo le stagioni.
Oggi l’ho preparata alle albicocche per accogliere la dolce metà di ritorno da Milano.
Adoro le albicocche fresche nelle torte perché diventano acidule da cotte e contrastano meravigliosamente con la dolcezza degli impasti.
E quindi, per questo delizioso dolce l'impasto sarà zuccherato per compensare:

300 gr di farina
150 gr di burro
100 gr di zucchero di canna
1 pizzico di cremor tartaro ( lievito per dolci)
  Si impasta velocemente il tutto aggiungendo all'occorrenza qualche po' di acqua fredda fino ad ottenere un bel impasto da stendere con il matterello,
Si unge di burro una teglia (io uso una teglia in pirex perché ci vedo attraverso) e la si cosparge di abbondante zucchero sempre di canna, si aggiungono le albicocche spaccate in metà con la parte convessa sul fondo della tortiera sei ricopre con l'impasto steso e spesso 3/4 millimetri.
Aiutandovi con il manico di un cucchiaino spingete bene i bordi all'interno e quindi ponete il tutto sul gas al minimo ed iniziate a fare caramellare. Quando vedete che le albicocche cominciano ad essere leggermente caramellate (attenzione a che lo zucchero non bruci!) infornate a 180° per almeno una trentina di minuti o meglio, fino a che non vedete la pasta sablée bella colorita.
Rovesciare su un piatto da portata appena è fredda e... sentirete che delizia!
Nel frattempo, sono stata in vacanza sui monti e persino un po' al fresco anche se i cambiamenti climatici si fanno sentire anche lassù purtroppo e quindi lì ho iniziato il mio progetto estivo, il Birkin di Caitlin Hunter. Ho riesumato un' antica rocca Grignasco che non so cosa sia,  quattro colori in Felted Tweed e mi sono buttato nell'impresa.
Un'impresa veramente per me perché confesso che ho patito oltremodo le sezioni da lavorare con tre colori in contemporanea, tutti quei punti, e tutti quegli intrecci di filo, grr...
Comunque ce l'ho fatta e rientrata a casa mi rimaneva da fare la parte inferiore del maglione, in un unico colore.
Ecco i miei progressi, ci siamo quasi!
La foto è scura, i colori veri sono questi, molto più freddi:
Non credo che farò gli spacchetti laterali previsti dal modello, sarà un bel maglione con un normale bordo a coste perfetto per le passeggiate d'autunno.
Pe consolarmi del rientro a casa, del caldo insopportabile e crudele, dei lavori nel giardino ridotto a selvaggia selva (sotto un inesorabile sole), del continuo essere sudate ed affrante, ho ordinato e ricevuto addirittura un giorno la lana per il prossimo progetto ed è veramente bella e molto consolante!
Grande efficienza di Luisa di Unfilodi!
Che modello farò? Ve lo dico la prossima volta!

29 luglio 2018

La ragazza con la Leika e alcuni, antichi lavori.

- La ragazza con la Leika - di Helena Janeczek - ed.Guanda.
Appena terminato. Molto interessante, bello, a tratti commovente.
È la storia della prima fotoreporter di guerra, morta giovanissima alla fine della battaglia di Brunete, durante la guerra civile spagnola. È però anche l'entusiasmante ritratto di una parte di gioventù europea che prima della Seconda Guerra mondiale vive e respira ideali, affronta rischi e difficoltà con un entusiasmo ed un'energia  che solo la gioventù consente. E tanto coraggio anche.
Gerda Taro è raccontata come una figurina brillante e piena di fascino ed eleganza , coraggiosa ed intraprendente al limite della temerarietà, libera nel modo di vivere e di pensare, irresistibile, indimenticabile per quelli che sono stati i suoi amori che a distanza di anni, tanti, ne serbano un indelebile ricordo.
Durante la lettura del romanzo non ho potuto fare a meno di pensare a come deve essere stato complicato vivere in quel periodo, complicato e pericoloso. Un pensiero che mi ha attraversato la mente è stato quello per le  madri ed i padri di tutti questi giovani lontani da casa, sottoposti a privazioni e rischi, spesso non in grado di dare notizie di sé. Che ansia...
Unico neo, piuttosto fastidioso per me: la scrittura. In varie parti dell'opera i periodi si arrotolano su loro stessi, non si capisce dove iniziano, dove finiscono. A volte c'è il soggetto, ma poi? Manca il verbo che lo giustifica e lo completa ed uno ha voglia di leggere e rileggere la frase, non se ne viene a capo, non si capisce che cosa vuol dire la scrittrice.
La scrittrice è tedesca naturalizzata in Italia dove vive da trent'anni e quindi magari può essere comprensibile qualche incertezza, ma caspita, l'editor cosa stava facendo mentre lo leggeva? L'antica professoressa che continua a vivere in me si è innervosita molto devo dire, all'inizio ero persino tentata di mollare la lettura tanto la cosa era fastidiosa!

Però leggetelo il libro, vale la pena, non badate ai miei deliri...
Ultima cosa , mi ero ripromessa di finire alcuni secolari WIP, ebbene, ho terminato una tovaglia iniziata solo una quindicina di anni fa:

Una quantità di quadratini a punto croce



Beh, non ve li faccio vedere tutti, sono tanti! E per chiudere il post in bellezza anche un  altro paio di calzini per una carissima amica, sto cercando di procurare calzini caldi per l'inverno a tutte le amiche che hanno l'abitudine di camminare scalze in casa. Lo so che poi saranno contente!


5 luglio 2018

La fatica delle foto

Ovvero come sarebbe bello avere qualcuno che ti fotografa in maniera decente con i tuoi capi appena scesi dai ferri! In maniera decente significa che non devi avere una faccia troppo da vecchia scema, il capo indossato si deve vedere al meglio, non fare grinze, non stare sbilenco, avere un minimo di senso.
Tutte cose che mio marito non riesce a fare!
Ecco perché ultimamente non compaiono qua le ultime fatiche, pigrissima sono.
Oggi però mi sono vinta, mi sono fatta forza, ho spostato un tavolino, ho preso due scatole di sostegno e mi sono data all'autoscatto!
Il primo lavoro che vi mostro è Yuri di Junko Okamoto, una stilista che adoro da tempo e di cui vorrei fare la maggior parte dei pattern:
avevo dei dubbi sulle maniche a palloncino ed invece stanno benissimo, sono molto carine e molto ben rifinite:
La ragazza ha superato la prova, i patterns li scrive bene e poi sono tutti abbondantissimi, taglia unica, l'ho già detto che l'adoro?
Il prossimo suo che vorrei sferruzzare è Papa che trovo troppo divertente, ho acquistato il modello il giorno in cui è stato pubblicato, devo solo decidermi con il filato ed i colori.
L'altra ultima fatica è una versione estiva di Hayward in lino. Un modello molto semplice che sta bene a chiunque ed ha un bellissimo collo. Ho scelto un lino puro della Katia
ed il risultato è stato perfetto, un capo, aereo, fresco e molto croccante.... forse un pelino troppo lungo, sto meditando di disfare un po' della parte finale ed accorciarlo appena.
Al momento è così, cosa ne pensate?
Un po' lunghetto vero?
Al prossimo post!! I lavori saranno un po' più semplici d fotografare, ho messo mano ai progetti abbandonati da anni, tanti!! (i progetti e gli anni)

SalvaSalva

22 maggio 2018

Le streghe

Ennesima giornata di pioggia battente, oramai sta per arrivare l'estate, ma noi, quassù al Nord la primavera quest'anno non l'abbiamo vista. Oggi, reclusa in casa ho cucinato e poiché ho fatto un po' di Tzatziki come antipasto ho rispolverato una vecchia ricetta delle sorelle Simili, l'ho adattata alla cucina vegetariana ed ho preparato le fantastiche streghe.

Occorrono per due teglie da forno:

250 gr di farina 0
1/2 bustina di lievito di birra disidratato
1 cucchiaio d'olio d'oliva extravergine
sale ed acqua quanto bastano

 Posta la farina sulla spianatoia, fare un buco al centro e lì mettere il lievito, l'acqua tiepida e l'olio. Il sale non direttamente a contatto con il lievito naturalmente!
Cominciare ad impastare aggiungendo man mano acqua fino ad ottenere un impasto consistente. La pasta va lavorata e sbattuta per una decina di  minuti, poi in una ciotola si lascia lievitare un paio di orette in un luogo riparato.
A lievitazione avvenuta, senza più impastare, si divide il panetto e si stendono due sfoglie belle sottili che vanno poi messe sulle leccarde ricoperte con la carta da forno.
Si spennella con altro olio EVO, si cosparge di sale e con una rotella si fanno delle losanghe.

In forno a 220° per cinque, dieci minuti... tenetele d'occhio.

Sfornare, aspettare che si freddino leggermente, dividerle e sistemarle in un cestino.
Se le preparate in anticipo e la giornata fosse umida, nessuna paura, basta ripassarle nel forno caldo per qualche minuto perché ritrovino tutta la loro fragranza.
Ottime con formaggi, patè, salumi , ma anche da sole!
Buon appetito

13 maggio 2018

Mellow Sun, l'inverno infinito.

L'anno scorso abbiamo avuto una meravigliosa anticipata primavera. Quest'anno proprio no. Con grande ritardo scrivo il post, a distanza di quasi due mesi dall'aver completato questo ultimo lavoro eppure sono chiusa in casa, guardo le nuvole grigie che scorrono veloci fuori dalla finestra, bevo un tè bollente e sto pensando di andare a mettermi un bel paio di calzini di lana.... un tempo schifosissimo!
Ottimo per sferruzzare direte voi, ed infatti i lavori, anche quelli più impegnativi, sono stati tutti ultimati e sto aspettando un decente raggio di sole per poterli fotografare.
Per il momento ecco il mio Mellow Sun, scialle della bravissima Isabell Kraemer, divertentissimo da lavorare, molto rustico e caldo.

Ho scelto di lavorarlo con due filati Drops messi insieme perché non avevo voglia di spendere un capitale ed il risultato è stato perfetto. Uno scialle molto caldo e morbidissimo, un colore bellissimo.
A proposito, ma vogliamo parlare dei prezzi raggiunti dai filati ultimamente? A me sembra si stia proprio un po' esagerando.
E' un lavoro che va assolutamente bloccato per far risaltare la bellissima lavorazione, mentre si lavora naturalmente il punto è molto fitto:

lavato e bloccato invece risulta così:
molto meglio vero?