20 aprile 2011

Da qualche parte verso la fine

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L'imagine è piccola, ma lo è anche il libro!
La copertina è deliziosa, decisamente accattivante, l'argomento forse un po' meno: qua si parla di pensieri, di pensieri alla fine di una vita lunga e piena, ma presumibilmente molto vicina alla fine.
Che sia il caso di preoccuparsi? Cos'è questo interesse verso la senilità? Mah...Ad ogni buon conto, questa signora Athill, dopo una vita trascorsa a fare l'editor a Londra per scrittori come Richler, Updike, Roth e Atwood, alla bella età di ottant'anni ha iniziato a scrivere con successo dei libri solo suoi e questo è il primo tradotto  in Italia.
E' una specie di breve autobiografia, il racconto della vita di una donna estremamente indipendente e brillante che si adatta allo scorrere del tempo riconoscendo ed accettando gli inevitabili cambiamenti che questo comporta. Ed allora ci sono i ricordi, i rimpianti, le malinconie, ma anche le sicurezze acquisite, le libertà conquistate, sopra tutte, quella di essere se stesse senza più dovere o volere renderne conto agli altri.
Diana Athill è un buon esempio di come si possa vivere la vita fino alla fine con entusiasmo ed ironia, pienamente.
Devo ricordarmene.

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