10 ottobre 2016

Soffice

Ma sapete quanto può diventare soffice e avvolgente un capo lavorato con una lana magari anche un po' ruvidina a cui si aggiunge un sottile, sottilissimo filo di seta e mohair?
Diventa tanto soffice, una nuvola calda!
Da tempo occhieggiavano dal cesto della lana questi due filati, comprati su una bancarella, meravigliosi gomitoli di Felted Tweed Rowan più  due coni di Kidsilk Haze rosa, ma un rosa pallido, un rosa cenere bellissimo. Un acquisto fantastico!
Peccato però che il metraggio complessivo fosse veramente pochino, 900 metri rosicati e stiracchiati, che farne? Per un po' nulla, poi, tre giorni fa, l'illuminazione rimettendo a posto i files, con questa quantità di filato si può tricottare il delizioso Quick sand di Heidi Kirmaier!!
Detto fatto, riscopro anche il piacere e la velocità di lavorare con le punte 5,5 ed il lavoro prende subito forma:
In tre giorni, completati una manica e praticamente il corpo, manca poco alle short row finali...
Ho pensato che è un modello facilissimo e grazioso, perfetto per chi inizia a lavorare con i circolari e il top down, credo proprio che la mia amica Carlotta che mi ha chiesto un piccolo corso di tricot se lo ritroverà sui ferri molto presto..
Il lavoro ultimato prossimamente sui vostri schermi. Buon tricot a tutti!

1 ottobre 2016

Non tutte le ciambelle...

A volte capita che si infili una successione di letture e lavori che non sono esattamente un granché. Mi è capitato ultimamente, con un libro, l'ultimo di Tracy Chevalier, "I frutti del vento" ed un modello di scialle, lo Shore Hap, pubblicato in The Book of Haps.
Partendo dal libro, sicuramente non è tra i migliori della Chevalier, scrittrice che amo per la sua capacità di creare storie e personaggi perfettamente inseriti in contesti storici che lei studia ed approfondisce e quindi ci fa conoscere. Inutile ricordare La Ragazza con l'orecchino di perla o Strane creature che ho amato tantissimo, o ancora Quando cadono gli angeli. Sono sempre storie di donne, spesso relegate ai margini dalla Storia ufficiale, quella scritta dagli uomini, ma determinanti e fondamentali.
In questo caso invece, il protagonista è un ragazzo, l'ambientazione è quella dell'America dell'800, ancora selvaggia e crudele, percorsa ed abitata da avventurieri e cacciatori, cercatori d'oro e di fortuna. Cercatori di semi e di piante anche, come il botanico William Lobb che viaggiava in cerca di nuove specie di piante  da inviare in Inghilterra o John Chapman, personaggio considerato precursore dell'attivismo ambientalista, conosciuto da noi come Johnny Semedimela, che trascorse la maggior parte della sua vita predicando e seminando piante di meli lungo tutto il Midwest.
L'amore per le piante che il protagonista ha ereditato dal padre lo porterà fino in California e fino alle Sequoie di Calaveras Grove, altissime e maestose, praticamente eterne, testimoni silenziose dello scorrere dei secoli.
Eccetera, eccetera... non è mia abitudine svelare la trama di un libro per non rovinarne il piacere della lettura!
Una lettura però che risulta noiosa, gli argomenti trattati sono molto interessanti, ho imparato tante cose nuove partendo dagli spunti offerti, ma i  personaggi sono tratteggiati in modo superficiale e sbrigativo, non ci si appassiona, quello che più colpisce di questo libro è forse la descrizione degli ambienti naturali. diciamo che in definitiva il ricordo di questa lettura è migliore della lettura stessa!
Per quanto riguarda i lavori invece, ho proprio sbagliato modello scegliendo di fare questo Shore! Ma chissà perché!! Intanto è veramente estenuante lavorarlo, non finisce mai ed è una noia mortale, giri e giri di tutto diritto che neanche i cambi di colore rallegravano un po'! E poi, sicuramente non lo porterò come indicato nelle foto, lo terrò con la punta sul davanti con le code girate sul collo e poi riportate sul davanti come una lunga sciarpa. Non mi piacerà lo stesso!


19 settembre 2016

Ricette per cani viaggiatori

Ecco, lo vedete? Quello qui sopra è il mio adorato Axel, un cane fantastico, buffo, intelligente, affettuoso. Un rompiballe professionista quando si tratta di mangiare!
Di crocchette non se ne parla, neanche di umido industriale, figuriamoci. A volte, per farmi piacere mangia del cibo preparato per lui in casa, ma non sempre. Un principe....
E quando siamo in viaggio? Come si fa? Beh, in rete ho trovato vari suggerimenti, il migliore è quello della vasocottura, provare per credere!
Si tratta in poche parole di preparare del cibo per cani casalingo e controllato e cuocerlo a bagno maria in contenitori chiusi in modo da creare il sottovuoto.
Nela foto si vedono bene gli ingredienti, pezzetti di vitello, di patate, di fagiolini, un po' di riso originario sul fondo del barattolo in modo che possa assorbire il sugo che si crea durante la cottura.
Naturalmente si può fare con carne di pollo, di tacchino, di pesce, come volete voi e con le verdure che il vostro cane predilige.
Senza aggiungere nient'altro si chiude bene e si mette a cuocere a bagno maria in una pentola coperta per 35/40 minuti.
Il risultato è questo:
Si lascia raffreddare a temperatura ambiente e si porta in viaggio.
Non ha bisogno di frigorifero, si conserva perfettamente per una settimana, il vostro cane sarà felice, starà bene, vorrà sempre venire con voi!!
Buon appetito.


4 settembre 2016

Involtini di melanzane e ricotta

Magari non fa più caldissimo e vi viene voglia di riaccendere il forno.... Personalmente lo accendo anche con le più torride estati, un po' perché sono masochista, un po' perché preferisco il calore del forno a quello umidiccio dell'acqua della pasta che bolle.
E quindi eccoci qua con una ricettina deliziosa, un piatto prettamente estivo che si presta ad essere mangiato caldo, ma perfetto anche a temperatura ambiente!
Servono:
2 melanzane lunghe
pomodori maturi
1 cipolla bianca
1 spicchio d'aglio
tanto basilico
200 g di ricotta
100 g di parmigiano
olio evo
Per prima cosa tagliate le melanzane nel senso della lunghezza in fette spesse circa 1/2 cm e cospargetele di sale grosso  a fare l'acqua.
Nel frattempo preparare una bella salsa con la cipolla, l'aglio, i pomodori, regolando di sale ed aggiungendo eventualmente un pizzico di zucchero se serve. Deve essere una salsa ristretta, densa e saporita. Da ultimo, a fiamma spenta aggiungete il basilico spezzettato.
Sciacquate ed asciugate le melanzane, mettetele in forno a cuocere per una decina di minuti spennellate d'olio finché non saranno leggermente colorite.
Preparate la farcia mescolando la ricotta con il parmigiano ed un pochino d'olio.
Adesso basta assemblare, in un piatto da forno stendere uno strato di salsa, mettete una cucchiaiata di farcia e d una piccola foglia di basilico  su ogni fetta di melanzana ed arrotolate. Gli involtini vanno sistemati bene uno accanto all'altro. Completate con la salsa rimanente e fate un giro d'olio.

A questo punto ultimo passaggio in forno a 180° per 10-15 minuti.
Volete un piatto unico? Servitele con un pilaf di riso Basmati.
Buon appetito!

27 agosto 2016

Fresca lettura

Simenon è sempre una bella garanzia, mi piace la sua prosa così incredibilmente asciutta e moderna, la sua innata capacità di delineare i personaggi così acutamente, con poche scelte perfette parole.
Questo " Il passeggero del Polarlys" è il suo primo romanzo e lo si avverte da subito, è un po' meno scorrevole, a volte incriccato nei dialoghi e nelle situazioni, ma lodevolissimo lo stesso.

 Si svolge su un mercantile che fa la rotta tra Amburgo e l'estremo Nord della Norvegia e l'atmosfera e l'ambientazione sono veramente intriganti. Ci si sente al fresco, sballottati in un mare in tempesta, tra nebbia e ghiaccio, in viaggio verso le isole Lofoten e si impara come negli anni trenta la consegna e lo scambio  della posta e delle merci durante la stagione invernale avvenisse solo grazie alle navi mercantili che risalivano l'oceano ed i fiordi a raggiungere sperduti villaggi.
Molte di queste navi e di questi equipaggi affondavano, basta viaggiare un po' al Nord per trovare targhe e cippi commemorativi di questi tremendi naufragi eppure era così, in tanti sceglievano di fare il marinaio consci di rischiare la  vita praticamente ad ogni viaggio...
Chissà se Simenon ci era già veramente stato in quei luoghi per descriverli così bene, lui ha viaggiato per ogni dove, ma non so se all'epoca, quando ancora non aveva raggiunto il successo, potesse permettersi tanti viaggi.
Alle Lofoten ci sono arrivata al tramonto di un giorno d'agosto di tantissimi anni fa, uno spettacolo che mi è rimasto nel cuore. Sarà anche per questo che il libro mi è piaciuto!

5 agosto 2016

I pigri e l'alta quota

Ultimamente ho rivalutato alla grande la possibilità di raggiungere meravigliose, lucenti e freschissime località in quota senza fare il minimo sforzo, fantastico!
Una volta, tanto tempo fa, pura e dura disdegnavo queste patetiche scorciatoie ed infatti rimanevo quasi sempre bella tranquilla ad altezza bosco...
Ora basta però, mesi fa ho scoperto l'incanto del Colle del Nivolet che consiglio a tutti, una quindicina di giorni fa ho raggiunto invece il colle dell'Agnello, 2740 metri, 16 gradi invece che i 32 casalinghi, una meraviglia!
Decisamente un bel modo di godere della montagna, bellezza e spettacolo e pochissima fatica, anche pochissima gente se si eccettua per i mitici ciclisti che lì ci arrivano pedalando.
Un po' più bassina, ma pur sempre una bellissima meta, il Colle San carlo che si raggiunge da Arpy percorrendo un bellissimo sentiero boschivo che si arrampica dolcemente fino a 2000 metri e si apre su un delizioso laghetto alpino sovrastato dal massiccio del Bianco:
Credo che continuerò per questa strada, cercando nuove mete, la prossima credo sarà Il Pian del re....

8 luglio 2016

Per un'amica!

Avevo detto che l'avrei rifatto, e quindi ecco qua un'ultima fatica, se proprio proprio dobbiamo dire così, perché fatica lo sferruzzo non lo è mai! Cos'ho rifatto? Un lavoro per un'amica!
Si tratta di Sprig. un pattern di Alana Dakos, la stilista che ha pubblicato ben due libri di modelli di ispirazione botanica tutti e due molto interessanti e pieni di modelli uno più grazioso dell'altro. Non solo cardigan e golfini, ma anche scialli, sciarpe, berretti e guanti, tutti disseminati di foglie.
Un  modello che avevo già provato un paio di anni fa per me usando la Felted Tweed Rowan e che mi era piaciuto veramente tanto, ma che non ho ancora mai fotografato.
Chi segue questo blog forse ricorda che in primavera ne avevo sferruzzato un altro della stessa stilista, ed ancora ne farò, mi piacciono troppo, hanno delle splendide istruzioni, sono facili e danno tanta soddisfazione!
Speriamo che questo sia apprezzato e soprattutto sia della taglia giusta, è difficile lavorare stando distanti, è invece molto bello lavorare pensando di fare cosa gradita ad un'amica che si meriterebbe ben di più!!

23 giugno 2016

Cornovaglia

Una ventina di giorni fa siamo stati in Cornovaglia.
Sono partita con una gran voglia di usare il blog come diario di viaggio, per potermi poi ricordare io stessa le immagini ed i luoghi, per potere chissà anche essere utile a chi magari deve organizzare lo stesso viaggetto...
Ecco, sì, appunto, ho lasciato a casa l'aggeggio per trasferire le foto sul computer, una vera balenga!
Ed allora? Ed allora posto solo qualche scatto, così, nel tentativo di trasmettere il fascino e la magia di questa terra ricca di una natura stupenda, di coste a picco sul mare, di prati verdissimi, di tramonti sui sentieri, di giardini nascosti, perduti e ritrovati, una terra accogliente, ma anche un po' povera, dai villaggi non esattamente esaltanti, dalle strade terrificanti...
La spiaggia ai Bedruthan Steps, di gran voga in epoca vittoriana, meravigliosa e selvaggia.
Bella paletta di colori vero? Fortuna che qua fa freschino e quindi niente bagnanti e venditori di gelati.
Cieli grigi e case bianche. Queste sono state fotografate in un posto con una nome molto evocativo, Land's End, la fine delle terre, il posto più sud- ovest della Gran Bretagna.
 Ed infatti il corrispettivo inglese del Coast to Coast statunitense  è Land's End to John o' Groats, l'estremo opposto a Nord-Est, in Scozia.
Di grande interesse, vestigia di un'attività estrattiva che ha caratterizzato il XIX secolo sulle coste non solo della Cornovaglia, ma anche del Devon, sono le rovine delle antiche miniere di rame e di stagno,  oggipatrimonio dell'umanità, ma anche un po' angoscianti per una claustrofoba come me.
E poi ci sono le creature dei boschi
e le strade che scompaiono con l'alta marea,
le impronte dorate della regina,
le felci, i fiori, gli alberi,




In ogni villaggio, intorno alla chiesa, i piccoli cimiteri ci ricordano che tutto passa, anche se a volte l'amore resta.


È stato un bel viaggio.

22 maggio 2016

Una limpida mattina

Felice, felicissima della mia vita campagnola e semplice, certe mattine, le mattine in cui l'aria è tersa, cristallina, fresca, vengo presa da un'irrefrenabile voglia di passeggiata per le vie del centro e quindi, se posso scendo giù.
Torino è bellissima, specialmente negli ultimi anni, da quando si è scoperta la sua vocazione turistica e decine e decine di negozi, locali, attività di ogni genere hanno aperto ad un pubblico sempre più numeroso ed internazionale.
E per le vie del centro, al riparo nei cortili di antichi palazzi barocchi, si scoprono giardini, dehors, buffi negozi.
Nel caso servisse una lampadina!
Se poi la mattinata tersa corrisponde anche con Flor allora è bellissimo, ritrovo anche qua un po' di atmosfera campagnola!
Molto bella l'edizione di quest'anno, tanti espositori molto qualificati, molto specializzati, non le solite insulse piantine che trovi in qualsiasi garden center, una gioia per gli occhi.


L'allestimento più bello? A parer mio quello dell' Erbaio della Gorra di Casalborgone, ireos circondati da un bordo di cosmos bianchi, un accostamento stupendo:


Via Carlo Alberto trasformata in uno  giardino primaverile, bello!
Tentatori e maliardi, i negozi di moda sono sempre in agguato, bisogna stare attente, guardare, farsi 

ispirare, pensarci sù ancora un pochino e proseguire, verso altre vetrine che appaiono quando meno te lo aspetti, in fondo ad un'antica corte magari.

20 maggio 2016

"Al giardino ancora non l'ho detto,"

" La leggerezza interiore nasce forse dal sentirmi libera dalla zavorra terribile del futuro, indifferente al cruccio del passato, immersa nell'attimo presente, come prima mai era accaduto, faccio finalmente parte del giardino, di questo mondo fluttuante di trasformazioni continue."
Più riguardo a Al giardino ancora non l'ho detto


Questa notte ho finito l'ultimo lavoro di Pia Pera, intellettuale e giardiniera, donna sensibilissima e poco convenzionale che da anni vive in solitudine nel suo podere in Lucchesia, dove si è ritirata per seguire un personalissimo percorso fatto di lavoro in giardino, di letture, di meditazione e non solo.
Nell'"Orto di un perdigiorno" raccontava proprio del suo ritorno al podere in abbandono e degli sforzi, la fatica e la gioia di farlo rinascere, il tutto con una visione del giardino in cui l'umiltà ed il rispetto sono le linee guida.
Purtroppo tutto questo è destinato ad interrompersi molto presto, Pia Pera si è ammalata e la sua malattia non lascia speranza, ed è una delle più crudeli.
Questo è un specie di diario, in cui Pia cerca di prendere commiato con lucidità, serenità, ma anche tantissima rabbia dalla sua vita e naturalmente, dal suo giardino. E la sua penna dà vita presto ad una riflessione sulla vita nel suo approssimarsi alla morte che è anche cronaca di un corpo che appassisce obbedendo alle leggi di natura. "È cresciuta l'empatia. La consapevolezza che, non diversamente da una pianta, io pure subisco i danni delle intemperie, posso seccare, appassire, perdere i pezzi... Se il giardino era stato il luogo dove coltivare metamorfosi ed impermanenza, adesso l'accelerazione della corrente mi costringe a rendermi conto di esservi io stessa immersa".
Provo grande tristezza per questa donna che ho sempre sentito così vicina nel suo sentire, nel suo stupore di fronte alla bellezza straordinaria della natura, nel suo sapersi immergere totalmente nell'incanto della luce di un tramonto, negli occhi di un cane, nel chiasso delle cicale nei pomeriggi d'estate.
Il titolo del libro è il titolo di una poesia di Emily Dickinson, e come dice Pia Pera:"La poesia suggerisce che verrà un giorno in cui il giardiniere non potrà tenere fede all'appuntamento consueto. Il giardino questo non lo sa. Di colpo cesserà ogni cura. C'era un disegno che verrà presto cancellato. Mi ha colpito il ribaltamento della prospettiva della morte: la preoccupazione per gli esseri, animati e non, che abbiamo tratto in inganno abituandoli alla nostra presenza. Senza avvertirli dell'inevitabile défaillance".  È un pensiero che faccio anch'io di tanto in tanto..




17 maggio 2016

Islington

Islington è un bel quartiere di Londra, non distante dal centro vero e proprio, quello più turistico per intenderci, appena un po' spostato a Nord. È un bel quartiere vivace ed allegro, molto di moda ultimamente, ricco di belle case, di locali, abitato e frequentato da artisti e celebrità.
Per noi knitters, naturalmente, è meta di pellegrinaggio inevitabile se si ha la fortuna di essere a Londra, è lì che c'è Loop con tutte le sue innumerevoli tentazioni...
L'anno scorso per celebrare i loro 10 anni di attività hanno pubblicato un libro di patterns che, credetemi, sono uno più bello dell'altro! Si chiama Loop 10 e se non fosse che uno poi realisticamente non può, li vorrei lavorare tutti!




Comunque, tanto per iniziare, complice il fatto che avevo giusto una matassa di Malabrigo Sock del colore giusto, ho iniziato con uno scialle che si chiama proprio Islington.
È di Kirsten Kapur e mi piace tantissimo. La designer per realizzarlo usa i filati DyeForYarn ed anzi il giallo è un colore creato apposta in esclusiva per questo progetto, ma, fatti due calcoli, a comprare il filato richiesto dovevo accendere un mutuo od impegnarmi le perle e quindi sono felicemente andata di Malabrigo! La Sock è perfetta, colori stupendi come al solito, quando l'ho cercata io da Wool Crossing il giallo non c'era, non quello che avevo in mente  e quindi ho optato per la Silkpaca usata doppia ed il risultato è perfetto!

Uno scialle bello ampio che cade bene, leggero e morbidissimo, divertente da lavorare con tutte le sue stelline e gli archetti finali a rifinire il bordo esterno.
Piace anche ad Axel!
Informazioni su quantità di filato usato e numero di ferri qua
A presto!


17 aprile 2016

Puntilla

Puntilla è un modello di Joji Locatelli veramente grazioso e divertente da sferruzzare, molto attuale visto che questa primavera le vetrine sono piene di maglie e magliette ornate dal pizzo che spunta in vita e dalle maniche.
Joji, lo sappiamo tutte, è una designer argentina che crea modelli generalmente semplici e lineari, di grande vestibilità, stanno bene praticamente a tutti! L'importante è giocare con i filati e con i colori, poi i risultati sono sempre molto soddisfacenti.
Il mio Puntilla questa volta andrà ad una cara amica, è stato un piacere lavorarlo, appena un po' estenuante visto che lei ha scelto la Holst Garn ed io ho dovuto usare le punte del 3 per ottenere l'effetto desiderato.
Mai usati ala Holst Garn? È una lana bellissima, prodotta in mille fantastici colori, si presta ai lavori più diversi ed ha un rapporto qualità prezzo praticamente imbattibile. Può sembrare un po' ruvida e rustica al tatto, ma non fatevi spaventare, una volta lavata gonfia e si ammorbidisce.
Ecco il pezzetto frivolo:
carino vero?
E qua c'è la mia amica, modella obbligata:
Sapete cosa vi dico? Mi piace lavorare per le amiche, lo rifarò molto presto!