26 gennaio 2012

Cormac Mc Carthy

E' un po' che non vi parlo delle mie letture, forse perchè molto leggo in rete, sui blog, nei gruppi e molto sferruzzo e si sa, anche la casa, gli affetti prendono tempo...
Questo non significa però che poi la notte, al calduccio del letto ed alla fioca luce della  lampada non riesca a leggere qualche pagina e ad innamorarmi perdutamente di uno scrittore noto, notissimo  ai più, ma sconosciuto per me!  In realtà di lui conoscevo la trasposizioni cinematografica di due sue opere, "La strada" e "Non è un paese per vecchi" e quindi, essendomi piaciuti molto i film pensavo di leggerlo prima o poi...
Ed allora, complice Gonza, la blogger di Libritudine,  ecco che mi sono divorata i primi due libri dei tre che compongono la "Trilogia della frontiera"
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e
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Cosa vi posso dire? Nella scrittura di McCarthy non c'è spazio per il superfluo eppure sa trasmettere immagini ed emozioni , atmosfere, silenzi, profondità. Le sue parole appena lette a lungo sono rieccheggiate nella mia mente portandomi in luoghi pervasi da estreme solitudini e silenzi sferzati dal vento.
I suoi personaggi sono uomini sempre alla ricerca di qualche cosa, di un posto dove trovare pace forse, sono anche un po' selvaggi, rudi, estremi, eppure affascinanti, leali, fondamentalmente buoni e disperati.
Me ne manca uno, "Citta della pianura", faccio una piccola pausa, poi lo leggo!

2 commenti:

  1. Cara Bibì, McCarthy è anche uno dei miei autori preferiti, e la "Trilogia della Frontiera" il suo capolavoro, al pari di "Suttree". Oltre il confine strazia l'anima e sdirena il cuore.
    Città della pianura è diverso dai primi due, ma il finale è ciò che in "Non è un paese per vecchi" ci hanno fatto vedere i fratelli Cohen.

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